Il diritto alla salute permea le Carte costituzionali di tutti i Paesi ed innerva il Trattato di Nizza e di Lisbona su cui vegliano la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e la Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Ma sono gli stessi ordinamenti transnazionali a premere per un sistema sanitario improntato sullo schema dell’azienda, dell’impresa, dei criteri manageriali, un modello cioè concorrenziale a redditività che mal si concilia con la tutela del bene primario. Peraltro, proprio l’importanza del bene tutelato impone una gestione razionale delle risorse, una ripartizione delle competenze e una distribuzione omogenea sul territorio dei presidi specialistici.
La questione diventa rilevante per le comunità che abitano in un territorio omogeneo ove si intersecano tre confini di Stato ed un quarto poco più a nord.
L’EuroRegione Nord Adriatico può essere un banco di prova per un sistema pubblico sanitario transnazionale che assicuri qualità e competenza, razionalizzando le spese e favorendo l’accentramento delle diverse specialità ciascuna in un punto specifico, ma a vantaggio di tutti. Non è più quindi solo un problema di rimborso delle cure ricevute all’estero.
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